martedì 27 gennaio 2009

Trading System

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Facciamo un passo in avanti rispetto all’Analisi Tecnica tradizionale tanto "cara" al mercato forex: data l'impossibilità di generare un modello previsivo totalmente efficace, cosa può essere offerto al trader/gestore?

Una prima risposta è: un metodo di lavoro che abbia certe caratteristiche di coerenza ed un certa performance passata direttamente misurabile.

Parliamo allora della realizzazione di "sistemi di trading" nell'ambito di un processo di gestione finanziaria o di attività puramente speculativa.

Il sistema di trading è proprio la formalizzazione matematica di un certo metodo di lavoro che può nascere dall’TA ma anche dall'analisi fondamentale, o da idee ed esperienze generate dall'operatività concreta sul mercato.

I sistemi di trading di per sè non hanno necessariamente nè capacità esplicativa, nè capacità previsiva dei prezzi: a differenza dell'TA tradizionale, l'analisi dei TS è incentrata sulla verifica realistica della performance passata del sistema stesso. In questo senso ciò che si ricerca è dunque una capacità previsiva sulla performance del sistema piuttosto che sull'andamento dei prezzi. L'obiettivo può apparire secondario a chi ancora ricerca un metodo di previsione dei prezzi o il modello esatto del funzionamento di un'economia.
Esso ha però almeno due vantaggi:
- offre delle risposte non ambigue alle domande che ci siamo posti all'inizio: "quando
comprare/vendere?" e "quanto comprare/vendere?";
- prevede sempre la possibilità di errore ed anzi ne fornisce una quantificazione.

Questo non è tutto quello che serve per fare trading, ma è sicuramente una parte.

Con il termine "TS", ci si riferisce a una metodologia rigorosamente definita, che utilizza determinate regole per decidere quando comprare o quando vendere su un certo mercato.

Scopo del sistema di trading è quello di generare una strategia che sia consistentemente proficuo per l'investitore o lo speculatore: è importante sottolineare che un TS non è (necessariamente) uno strumento previsivo.

Ad esempio...
si può pensare ad un TS che per quanto riguarda l'operazione singola non dia risultati migliori di quelli ottenibili con il lancio di una moneta: 50% di probabilità di vincita e 50% di probabilità di perdita. Se però il sistema fosse studiato in modo tale da produrre nel tempo, e sulla base di un suo uso ripetuto, perdite limitate e vincite ampie, il risultato nel medio-lungo periodo sarebbe di sicuro interesse. In questo caso, il sistema non avrebbe alcuna capacità previsiva, ma sarebbe comunque proficuo.

Da questa considerazione discende un importante verità del trading:
per guadagnare è sufficiente ma non necessario prevedere con precisione l'andamento futuro dei prezzi.

A presto!



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giovedì 22 gennaio 2009

I Fondamentali

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Quando dobbiamo prendere una decisione sulla posizione da assumere sul mercato valutario, per andare long o short su un tasso di cambio, sono essenzialmente due le categorie di fattori che ci aiutano ad individuare, con minore incertezza, il prezzo e la tempistica di ingresso:

- i fattori di natura fondamentale
- i fattori tecnici.

Le valutazioni di matrice fondamentale e quelle tecniche hanno entrambe dignità di sostegno al trading, anche se si adattano, naturalmente, a tipologie differenti di operatività.

Vediamo sinteticamente le questioni di matrice fondamentale che incidono sia quotidianamente che nel lungo termine, sui movimenti di prezzi delle valute.
Ogni giornata prevede, infatti, una grande quantità di dati: la notte da parte dei paesi asiatici (principalmente il Giappone), nella mattinata dall’area euro e nel pomeriggio dagli Usa, secondo una sequenza predefinita dalle istituzioni di ricerca economica e statistica che rendono pubblici i loro studi con precisa periodicità.
Su un mercato che non chiude mai, proprio come il Forex, ognuno di questi dati può dunque presentare uno spunto per ogni trader, sia per “speculare” in corrispondenza dell’uscita dei singoli dati, sia per costruire un quadro di riferimento con cui giustificare i movimenti di medio lungo termine.

In base alla teoria economica più tradizionale, è la relazione tra l’offerta e la domanda che determina il prezzo di un prodotto.
Anche il mercato valutario agisce nello stesso modo con la combinazione dei diversi fattori che influenzano l’offerta e la domanda: il tasso di cambio è quindi il prezzo di acquisto o vendita di una valuta contro un’altra.

La richiesta di una valuta è collegata al suo approvvigionamento che spingerà il prezzo al rialzo o al ribasso: se la richiesta è più importante dell’offerta, la competizione tra i negoziatori spingerà il tasso verso l’alto, e viceversa.

La domanda di valuta viene effettuata principalmente dagli operatori privati (gli importatori) interessati all’acquisto di beni e servizi provenienti dal paese che emette quella valuta, e alla detenzione di titoli denominati in quella stessa moneta. La domanda di valuta proviene anche dalle banche centrali per ragioni di investimento finanziario e di politica monetaria (obiettivi di tasso di cambio). Il problema della determinazione del prezzo è però legato al numero e alla complessità dei fattori che entrano in gioco sul mercato delle valute.

Tra questi fattori quelli fondamentali hanno una valenza determinante: i fattori fondamentali sono rappresentati dalle sottostanti condizioni economiche, commerciali e finanziarie di un paese. Esiste una serie numerosa e variegata di variabili macroeconomiche capaci di influenzare il mercato valutario, in modo diretto e indiretto. La maniera in cui un dato macroeconomico riesce a influenzare il mercato dei cambi può anche essere differente sul brevissimo e sul medio lungo periodo. Ciascun dato, reso pubblico nello stesso momento per tutti gli investitori, dal più piccolo al più importante, va a incidere sulla percezione delle condizioni correnti di un’economia e sulle aspettative per il futuro, modificando i piani di operatività e ri-orientando il trading.

I principali dati su cui si concentra quotidianamente l’attenzione degli operatori sono quelli relativi alla bilancia dei pagamenti e le sue componenti interne:

- i tassi d’interesse;
- l’inflazione;
- l’offerta di moneta;
- il bilancio dello Stato;
- il reddito nazionale;
- la produttività.

Questi dati sono fattori chiave nelle politiche di trading e per questo i partecipanti aspettano le pubblicazioni di queste statistiche che di solito avviene ogni mese, in giorni ed orari prestabiliti.


Alla prox...



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giovedì 15 gennaio 2009

La tassazione dei guadagni sul Forex

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Gli investitori che si accostano per la prima volta al mercato del Forex, sperano, (legittimamente) in alti rendimenti e lauti guadagni e, forse, solo in pochi si chiedono se esiste una tassazione e in quale misura incide sulle operazioni.
Ebbene, la tassazione (in alcuni casi) è da pagare!
Ma niente paura… vediamo come e quando.
La tassazione dei guadagni sul Forex è regolamentato da un decreto legge, specificatamente il (DPR 22/12/1986 n.917 art.67,comma 1 lett. c-ter e comma1-ter). Questo decreto prevede che la tassazione sul capital gain è indicata con una aliquota del 12,50%.

Per il mercato del Forex comporta che le operazioni spot siano esenti da tassazione, mentre quelle con durata superiore a 6 giorni lavorativi siano soggette all'aliquota suddetta. La Tassazione avviene solo a condizione che, nell'anno solare, la giacenza complessiva di tutti i depositi e conti correnti non sia superiore alla cifra di € 51.645,69 per almeno 7 giorni lavorativi consecutivi.
Se ciò si verifica è necessario indicare nella dichiarazione dei redditi tramite il modello "Unico" tutte le plusvalenze realizzate.

La base imponibile è pari alla differenza tra il corrispettivo della cessione ed il costo della valuta, rappresentato dal cambio storico calcolato sulla base del criterio "LIFO", costo che deve essere da te documentato. Agli effetti dell'applicazione del criterio LIFO si considerano cedute per prime le valute acquisite in data più recente.
Qualora non sia possibile determinare il costo per mancanza di documentazione, si deve far riferimento al minore dei cambi mensili determinati con decreto del Ministero delle finanze nel periodo d'imposta in cui la plusvalenza è stata conseguita.


Le posizioni multiday senza delivery fisico della valuta comportano la chiusura della posizione e la sua riapertura automatica. Il controvalore relativo a queste posizioni non figura quindi come giacenza presente in forma continuativa sul tuo conto corrente: quindi ..c'è esenzione dal pagamento della plusvalenza.

Le società ex art. 106 e 107 del TUB non sono sostituti d'imposta per i loro clienti; quindi rimane solo la dichiarazione del cliente. L'intermediario è obbligato a rilasciare la certificazione delle plusvalenze realizzate (art. 10 D.L. 461/1997).

L' Agenzia delle Entrate non considera i guadagni sul forex come redditi da capitale (art. 44 D.L. 12/12/03 n° 344, Tuir ) ma come redditi diversi. Non è ammessa la deducibilità delle minusvalenze e dei differenziali negativi.

Bye!

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giovedì 8 gennaio 2009

Sterlina vs Euro


Se il declino di un popolo si legge con il valore della sua moneta, allora gli Inglesi dovrebbero sentirsi quantomeno umiliati dall’attuale cambio della tanto amata sterlina sull’euro.
I sudditi di Sua maestà, almeno all’apparenza, non si crucciano affatto della situazione.
Addirittura taluni ritengono che, visti i venti di crisi e la probabile deflazione, la svalutazione della moneta possa essere un buon affare, portando valuta estera a sostegno dell’economia interna.
Non è tra l’altro una novità che anche dall’Italia, chi può, corre a comprare casa e fare shopping a Londra, un po’ come è accaduto a New York l’anno scorso, potenza della globalizzazione.
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Il fatto però rende ancora più lontano l’ingresso dell’Inghilterra nell’ Euro; paesi come il nostro non tarderanno a rimpiangere i giorni in cui potevano, con la gestione dei cambi, dare scossoni all’economia interna, pur se talvolta con evidenti rischi nei casi di alta inflazione.
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Si... grazie alla moneta forte abbiamo raggiunto una certa stabilità dei prezzi, tassi di interesse bassi e paghiamo a buon mercato le materie prime, in particolare il petrolio; ma in un mondo globalizzato le tensioni sui prezzi delle materie prime dipendono da troppi ed incontrollati fattori. Sul fronte interno l’avvento dell’Euro ha, di fatto, raddoppiato i prezzi di tutti i beni, ed infine abbiamo visto cosa è successo a proposito dei tassi (senza contare che una moneta forte frena le esportazioni del proprio paese). Finora la politica economica della BCE ha avuto in mente solo ed esclusivamente la difesa dell’Euro e lo spauracchio dell’inflazione: in tempi di crisi globale non è il momento di pensare a diventare la moneta di riferimento ma ad oliare gli ingranaggi della propria economia, anche a costo di vedere il proprio gioiello un po’ depresso.


Bye!



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Fonte: Soldionline