giovedì 15 aprile 2010

yuan è «sottovalutato»



Il presidente americano Barack Obama fa pressing sul premier cinese Hu Jintao per una rivalutazione del renminbi, affinchè sia più rispettoso e più orientato al mercato. Ma Pechino replica che non agirà sotto pressioni estere sullo yuan e non ritenie che i problemi economici mondiali siano legati al suo tasso di cambio. S

Su questo tema - spiega il vice ministro degli Affari esteri cinesi, Cui Tankai - non sono giustificate pressioni estere sulla Cina. Le dichiarazioni secche di Cui fanno seguito a quelle del premier cinese al termine dell’incontro con Obama. Hu Jintao avrebbe insistito sul fatto che la Cina baserà ogni cambio della propria politica valutaria sulle necessità e gli sviluppi economici e sociali interni al Paese. Come ha riferito il presidente americano, Pechino ritiene «giustamente» la materia di sovranità nazionale.

L’incontro fra Obama e Hu arriva mentre aumentano le indiscrezioni sulla possibilità che la Cina sia prossima a lasciare apprezzare lo yuan, lasciandolo fluttuare più liberamente. Pechino lascerà apprezzare gradualmente lo yuan a partire da maggio, fino a un massimo - osserva Nouriel Roubini, economista della New York University che ha previsto la crisi finanziaria - del 3-4% l’anno, dato il rallentamento economico e l’escalation di pressioni sociali. E questo sarà abbastanza per l’amministrazione Obama per dichiarare che i suoi sforzi sono stati ripagati.
È importante che la Cina si muova verso un tasso di cambio più flessibile.
Un tasso di cambio più flessibile per lo yuan non è - secondo un rapporto della banca Asiatica per lo Sviluppo - solo nell’interesse della Cina ma di tutta l’Asia: «Ora che l’economia mondiale è in ripresa, sarebbe nell’interesse della Cina e di tutte le altre economie dell’Asia passare progressivamente a tassi di cambio più flessibili» si legge nel rapporto.

Secondo gli analisti, l’apprezzamento dello yuan porterebbe a un rafforzamento delle altre valute asiatiche. In un recente rapporto il segretario al Commercio americano, Ron Kirk, ha accusato Pechino d’aver imposto nuove regole per favorire società cinesi e quindi limitare l’accesso al mercato. Nelle ultime ore il ministero della Tecnologia e delle Scienza cinese sembra orientato ad ammorbidire le regole che limitano l’accesso alle imprese straniere alle commesse del governo.


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Fonte: LaStampa.it